Brendola è un comune vicentino di quasi 7.000 abitanti, a meno di 15km dal Residence la Mason. E’ definita “La porta dei Berici” poiché il suo territorio si estende tra la pianura e le colline beriche.

Il territorio si trova sul margine occidentale dei colli Berici, rivolto verso i Lessini, e si articola in due aree: quella collinare e quella pianeggiante. L’area collinare, di origine vulcanica, è occupata da boschi, prati e coltivazioni, principalmente di vite. L’area pianeggiante si articola nel settore centro-occidentale del comune e si incunea all’interno dei colli. Terra ricca d’acqua e sorgenti, il fiume principale è il Brendola, che raccoglie i ruscelli discendenti dai colli del territorio, affluendo poi nel Guà.

Di particolar nota e degno di visita è il Duomo di Brendola, detto “L’Incompiuta”

Il campanilismo a Brendola era molto aspro e le varie fazioni del paese erano spesso in lotta tra loro. Nel 1926 i quattro parroci di Brendola costituirono un comitato per costruire una nuova chiesa atta ad unire tutti i brendolani sotto un unico campanile centrale (anche geograficamente).

Il 14 ottobre 1928 il vescovo Ferdinando Rodolfi giunse al Cerro, l’area acquistata per la costruzione, dando il suo benestare per l’avvio dei lavori. Sotto il progetto dell’architetto Fausto Franco si posò la prima pietra il 3 ottobre 1931 e da subito il progetto si servì dell’unione delle forze di molti brendolani di ogni frazione, rigorosamente volontari, usando le pietre del Monte Comunale e la sabbia del Guà, procedendo con una tale fretta da chiedere al vescovo il permesso di poter lavorare di domenica.

Nell’estate del 1933 erano già visibili le colonne erette; quando l’arciprete si ammalò due anni dopo, i lavori non cessarono e i capi di famiglia continuarono a portare materiale e a costruire. Sulla cima della facciata viene posta un’imponente statua di San Michele Arcangelo alta 4 m, scolpita da Giuseppe Zanetti.

L’abbandono del progetto.

In piena Seconda Guerra Mondiale però, il cantiere si bloccò senza più ripartire, per cause ancora non completamente chiare. L’edificio, alto 28,5 m e ampio 1124 m², resta incompiuto a un passo dal completamento, ben visibile sul colle del Cerro, lasciato al degrado per più di 60 anni, durante i quali sono stati proposti vari progetti senza mai alcuna conclusione.

All’Incompiuta di Brendola il cantautore Fabrizio Tavernelli ha dedicato una canzone in cui viene descritta come «la cattedrale che si mostra ferita di fronte alla sua caduta, la chiesa da cui entra inesorabile il buio, con le albe selvagge arrampicate sul suo corpo; un’opera non finita che davanti alle brecce, alle crepe e alla fede che brancola, cerca una luce per riaccenderla».

 

E’ possibile ammirare l’Incompiuta dall’esterno, recandosi al piazzale attiguo, in via Carbonara, a Brendola (di fronte alla sede del comune del paese).

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